Sabato 11 aprile sono stato ospite dell’evento online “Shopify per l’Italia“, una serie di webinar, panel e interventi da parte di esperti italiani di digital marketing e imprenditoria. Nel mio intervento ho parlato di Ecommerce e Sud Italia, da cui è uscito questo articolo.
Cos’è Ecommerce HUB
Ecommerce HUB è un evento di formazione interamente dedicato al commercio elettronico, giunto alla sua quinta edizione e diventato uno dei punti di riferimento nel panorama degli eventi legati al commercio elettronico e all’innovazione digitale.
La mission di Ecommerce HUB è stata da sempre quella di diffondere la cultura del commercio elettronico, e più in generale quella del digitale, cercando di aiutare le aziende a velocizzare il processo di trasformazione digitale.
L’evento è da sempre gratuito, ed è rivolto ad aziende e professionisti che operano nel settore e agli imprenditori che si affacciano per la prima volta alla vendita online.
COM’ERA LA SITUAZIONE PRE-COVID NEL SUD ITALIA
A livello generale, se parliamo di digitalizzazione delle PMI, secondo una recente ricerca del Politecnico di Milano, il gap tra Nord e Sud, già rilevato negli anni passati, non è ancora stato colmato. Delle nove regioni sopra la media italiana, sette sono del Nord e due del Centro, mentre tutte le ultime in classifica sono nel Mezzogiorno.
Nel Sud le regioni su cui si polarizza la maggior parte della spesa digitale sono invece Campania e Puglia che, con la Sicilia, rappresentano le regioni che hanno programmato gli investimenti più ingenti in ambito ricerca, innovazione e sviluppo ICT.
Le differenze a livello regionale sono dettate da diverse motivazioni, a partire dalla diffusione stessa di cultura e competenze digitali individuali, che si riflette anche sulle imprese.
Permane infatti un forte squilibrio nell’uso del web tra Nord (72,3% di utenti) e Sud (62,2%), con la Calabria ad occupare l’ultimo posto della classifica. Ci sono poi altri fattori chiave che dimostrano le attuali lacune riconoscibili nelle PMI del Meridione, come la scarsa propensione alle esportazioni e all’internazionalizzazione.
Per quanto riguarda il mercato ecommerce, fortunatamente la situazione è leggermente diversa. Negli ultimi 10 anni è il Sud l’area del Paese che stando ad una recente ricerca di InfoCamere e Unioncamere, sta sfruttando al meglio le nuove opportunità del mercato ecommerce.
Le regioni a più alta crescita in valori assoluti sono state Lombardia, Campania e Lazio.
Quelle che sono cresciute a ritmo più sostenuto sono state Campania, Abruzzo e Calabria con un aumento medio del 35% anno, seguite da Puglia, Basilicata e Sicilia con aumenti medi superiori al 25%.
Roma risulta la provincia italiana con più numero di imprese che effettuano vendite on line. Un podio completato dalle imprese di Milano e Napoli, Torino e Salerno.
Secondo dati interni eBay che testimoniano come, nel 2018, il 65% delle nuove aziende che hanno deciso di aprirsi al mercato online attraverso la piattaforma provenga proprio da città medio-piccole. In generale, tutto il Sud Italia ha visto un vero e proprio boom di nuovi venditori da piccole città, con il 50% di nuove attività su eBay di venditori da Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria. Il 2018 conferma quindi l’e-commerce come un’ottima opportunità per quei territori in cui l’impresa tradizionale stenta a decollare.
QUAL È LA SITUAZIONE OGGI?
Le persone si sono ritrovate confinate in casa da un giorno all’altro e a ridurre il più possibile i contatti con l’esterno. In questa situazione, e con Amazon che dopo qualche giorno ha dato priorità ai beni necessari, gli italiani si sono affidati sempre di più ai negozi di vicinato che effettuano la consegna a casa e agli ecommerce.
Non a caso il volume delle spedizioni nelle due settimane dopo il lockdown sono aumentate di circa il 45%, ovviamente diversi a seconda del settore:
- Farmacia e Alimentari sono i settori che hanno registrato l’aumento maggiore
- Abbigliamento e gioielleria hanno avuto un calo significativo
Questo è dovuto anche perché le persone tendono ad approvvigionarsi di beni indispensabili, e quindi settori come gioielli e abbigliamento denotano un calo di interesse anche perché hanno meno opportunità di utilizzo.
L’emergenza ha portato, inoltre, molte persone ad approcciarsi per la prima volta agli acquisti, si parla di un 75% di persone che non avevano mai fatto acquisti online prima.
Dati sulle Variazione % delle spedizioni su mese precedente
Area | Febbraio | Marzo |
CENTRO | -18,96% | 69,17% |
ISOLE | -11,72% | 50,73% |
NORD | -5,37% | 68,66% |
SUD | -8,56% | 54,29% |
Abruzzo | -6,28% | 64,61% |
Basilicata | -7,97% | 32,11% |
Calabria | -10,48% | 37,57% |
Campania | -9,31% | 64,36% |
Puglia | -6,90% | 53,46% |
Sardegna | -12,31% | 51,04% |
Sicilia | -11,39% | 50,56% |
Fonte: qaplà
SITUAZIONE DOMANI
Credo che molte persone resteranno a casa anche dopo l’emergenza, e che comunque il distanziamento sociale influenzerà ancora per un po’ di tempo i comportamenti delle persone, almeno fin quando non si troverà un vaccino.
In questo mese si è visto ad un grande balzo in avanti verso la società digitale, come ad esempio è avvenuto per la scuola, che in una settimana è diventata digitale quando per anni non si è riuscito. Così è successo anche per altri settori che hanno visto accelerare il processo di digitalizzazione.
Al di là dei big, immagino un nuovo modello di ecommerce molto locale, che coinvolgerà i piccoli operatori, che possono permettere di aggregare i dettaglianti online. I piccoli negozi sono quelli che stanno soffrendo più di altri le misure restrittive ma dall’e-commerce può arrivare un’importante spinta al business che si può mettere a valore anche una volta passata l’emergenza.
Il lockdown sta cambiando il comportamento delle persone e molte aziende, pur perdendo fatturato, ha guadagnato nuovi clienti nelle vendite online. Ci ritroveremo consumatori più evoluti e molti utenti di ogni fascia di età, che si sono abituati a pagare con strumenti digitale ed effettuare acquisti online, che difficilmente torneranno indietro.
Tutte le aziende e attività commerciali che vendono beni di consumo se non l’hanno già fatto dovranno assolutamente considerare nel proprio modello di business la vendita online.
Si andrà sempre di più verso un modello modello ibrido offline-online, dove i negozi fisici rivestiranno un ruolo importante come vetrina prodotti, punto di ritiro, promozioni o servizio clienti. I negozi fisici continueranno dunque ad essere presenti, come parte dell’esperienza d’acquisto. In alcuni casi potranno fungere prevalentemente da “generatore di esperienza” o da showroom, per consentire al cliente di conoscere il prodotto, provarlo ed entrare in contatto con il brand.
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